Mirano
Panoramica
Mirano si trova nella pianura veneta, in provincia di Venezia, al centro di un triangolo formato da tre grandi città: Venezia, Treviso e Padova. Il territorio del Comune è caratterizzato da numerosi parchi e ville venete e da interessanti itinerari dedicati ai celebri artisti Giambattista e Giandomenico Tiepolo.
La posizione di Mirano è particolarmente favorevole in quanto dista soli 15 minuti dalla Riviera del Brenta ed è ben collegata con le grandi città della Regione. Facilmente raggiungibili sono infatti: Venezia, che dista solo 20 Km; Treviso, “la Marca gioiosa ed amorosa” dalle facciate delle case ornate da affreschi (26 Km); Padova, famosa città universitaria, legata al nome di Sant’ Antonio e di Giotto che affrescò la famosa Cappella degli Scrovegni (25 Km); Vicenza, città palladiana (50 Km) e Verona, affascinante fusione di arte romana, medievale, gotica, rinascimentale, legata per sempre alla leggendaria storia d’amore di Romeo e Giulietta (90 Km). Inoltre nelle vicine colline si trovano suggestive città murate e pittoreschi borghi come Asolo, Bassano del Grappa, Marostica e Cittadella.
Gastronomia
Mangiare nel Miranese vuol dire riassaporare i gusti genuini della tradizione culinaria veneziana e contadina. Infatti la tradizionale cucina veneziana si è corretta con qualche ingrediente, in più o in meno, per adattarsi all’ambiente di campagna. Ancora oggi nelle tipiche trattorie del Miranese si possono gustare piatti semplici e deliziosi aromatizzati con odori vegetali ed innaffiati da corposi vini locali, per lo più rossi, come il cabernet e il merlot. La cucina locale trova il suo punto di forza nei prodotti orticoli intesi come “primizie”, quali il radicchio rosso di Treviso, accostati ai prodotti ricavati dalla cacciagione e dall’allevamento di pollame, bovini e suini. Alcuni piatti noti sono: “pennette al radiccho”, “anitra col ripieno”, “tagliatelle in salsa d’anitra”, “spaccatelle in salsa di lepre”, lepre o coniglio alla cacciatora”, “fagiano alla crema”, “fegato alla veneziana” e ogni varietà di pesce “povero” o “ricercato”.
La campagna veneta è anche rinomata per le minestre di riso e per i risotti. L’elenco è lunghissimo: “risi e patate”, “risi e suca”, “risi e bisi”, “risi e radicio gardà”, “risi e bruscandoli”, “risi e ortighe”, “risi e verze”, “risi e suchete”, “risotto co’ le castraure”(piccoli carciofi delle isole dell’estuario veneziano), “risotto de sècoe”, “risotto alla sbiraglia”, “risotto de pesse”, “risotto de sepe”, “risotto de cape”, “risotto de peoci” ed altri.
Punti di Interesse
Sin dai tempi romani, Mirano si configura come un museo all’aria aperta: la maggior parte delle
strade che collega il centro con la vicina campagna risale a più di duemila anni fa, e ancora oggi
sono direttrici di traffico nonché moderne piste ciclabili che offrono al turista l’opportunità di
godere dell’intera area in maniera dolce, unendo sport, cultura, tempo libero e, perché no, buon
cibo. Il cuore di Mirano è Piazza Martiri della Libertà, da cui si irradiano le vie e su cui prestigiosi edi-
fici si affacciano, fra cui la robusta villa Corner-Renier (sede del Municipio), il grazioso Caffè Re
d’Italia con il suo baldacchino in ferro battuto risalente all’Ottocento e l’elegante Palazzo Ro-
della. Baricentro di questo cuore è il campanile del Duomo dedicato a San Michele Arcangelo, ti-
pico esempio di architettura settecentesca dalle sobrie linee barocche: elegante e armonioso,
si innalza su una base a bugnato in pietra d’Istria che regge una gradevole struttura a mattoni.
A entrare nella chiesa, a navata singola, si rimane stupiti dai preziosi esempi di arte veneta,
quali la tela di San Gerolamo penitente del pittore olandese Paolo Fiammingo (1540-1596), il
ciclo di affreschi sul tema della Fede che corona l’altar maggiore attribuito a Costantino Cedini
(1741-1811), e il solenne e marmoreo altar maggiore con i due arcangeli opera dello scultore
Giuseppe Torretti (1661-1743), maestro di Antonio Canova. Ma il capolavoro assoluto è la tela
del Miracolo di Sant’Antonio che riattacca il piede del famoso pittore veneziano Giambattista
Tiepolo (1696-1770), che possedeva una villa non lontana dal centro di Mirano (villa Tiepolo,
privata). Sul soffitto è l’affresco del Giudizio Universale, opera di Giovanni De Min (1786-1859). Spostandoci verso Est dalla piazza, lungo la pittoresca via Barche, ci si addentra nel vecchio
cuore commerciale della città, con Piazza delle Erbe, dove anticamente si svolgeva il mercato,
la Dogana (già conosciuta nel Cinquecento) con la lunga teoria di portici ad arco ribassato
appartenenti alle piccole abitazioni incorniciate da più nobili edifici, tra i queli spicca la Palaz-
zina Bonvecchiato, ora “Hotel 5 Colonne” che ancora esibisce le sue antiche origini gotiche. Al
termine di via Barche è la struttura dei Molini di Sotto, un opificio ottocentesco che si riflette
sul bacino del fiume Muson Vecchio, un tempo punto di commercio con Venezia.
Tornando alla piazza principale, è possibile svoltare in via Castellantico per ritrovarsi nei si-
lenziosi giardini di villa Tessier, o fare una passeggiata lungo via Belvedere, dove un maestoso
portate con statue attribuite a Orazio Marinali (1643-1720) invita il visitatore a godersi il
giardino della secentesca villa Belvedere con la sua barchessa (ora teatro comunale). Opposto
alla villa si erge in suggestiva atmosfera architettonica il complesso del Castelletto e Grotte di
villa Belvedere: il Castelletto, uno dei pochi rimasti nel suo genere, fu costruito a metà dell’Ot-
tocento dal nobiluomo veneziano Vincenzo Paolo Barzizza secondo il gusto tardo romantico per
le rovine artificiali che ancora cattura lo sguardo per gli elementi di raffinato eclettismo della
torre e la straordinaria teatralità delle sottostanti grotte. Il Castelletto si riflette nel laghetto
artificiale dove scorrono le acque del fiume Muson, che in passato azionavano i Mulini di Sopra,
e ora si muovono sinuose nei giardini di villa Belvedere e quelli di villa Morosini, in armonioso e
classico stile palladiano con bella loggia e colonne ioniche sormontate da un timpano e statue.
Entrambi i parchi, collegati da un moderno ponte in legno, sono aperti al pubblico. Ora, uscen-
do dal parco di villa Morosini sulla destra, e dopo aver oltrepassato ancora una volta il fiume
Muson, si possono vedere la barchessa di villa Errera (ora sede della biblitoeca comunale) e il
vecchio municipio ottocentesco.
Monselice
Panoramica
Monselice, incantevole cittadina veneta ai piedi dei Colli Euganei, è una meta imperdibile per chi cerca storia, spiritualità, paesaggi collinari e buona cucina. Immersa nel verse della pianura a Sud di Padova, Monselice vanta un ricco patrimonio culturale e architettonico.
Il cuore storico è dominato dal colle della Rocca e dal suo splendido intreccio di natura, arte e tradizione. Salendo le pendici si incontrano numerosi monumenti tra cui il maestoso Castello Cini, affascinante complesso fortificato che racchiude arredi originali e preziose testimonianze medievali e rinascimentali. Poco distante, lungo un suggestivo percorso panoramico, si snoda il Santuario Giubilare delle Sette Chiese, un cammino spirituale unico, che con bolla di Papa Paolo V del 1605 garantisce ai pellegrini gli stessi benefici del pellegrinaggio alle basiliche di Roma. Sulla cima del colle si erge possente il Mastio voluto dall’Imperatore Federico II di Svevia, che con il suo passaggio a Monselice ha ispirato la Giostra della Rocca, grandiosa manifestazione medievale.
Passeggiare per Monselice significa immergersi in un’atmosfera d’altri tempi, tra antiche mura, piazze vivaci e viste affascinanti. Una destinazione ideale per amanti della cultura, della natura e dell’autenticità.
Gastronomia
Sulla tavola i prodotti tipici di una terra fertile e generosa e di una tradizione culinaria genuina alimentata da eccellenti prodotti stagionali.
Intramontabili per la zona sono i bigoli al ragù d’anatra e gli gnocchi fatti in casa al pomodoro o al ragù, le frittatine con erbette spontanee, il “musso in tocio con polenta” (asino in umido con polenta), la sopressa euganea e il Prosciutto Crudo Veneto dop. La cucina monselicense è ricca di erbette spontanee raccolte ancora oggi con passione e sapienza: rosole, bruscandoli, rampussoli, carletti, pisacani, e asparagi selvatici sono i veri tesori di primavera, utilizzati per arricchire frittate, risotti, arrosti e torte salate.
Una curiosità tutta monselicense sono i capperi che crescono in maniera spontanea sulle antiche mura lungo il percorso che conduce al Santuario Giubilare delle Sette Chiese.
Altro prodotto tipico sono i piselli, che vanno a creare il più famoso piatto Veneto: “risi e bisi” (risi e piselli). E ancora gli asparagi, poco fibrosi e maggiormente versatili in cucina e il radicchio, ortaggio simbolo della terra veneta.
Nella campagna monselicense, tra il Colle della Rocca e il Monte Ricco, da circa una decina d’anni una piccola realtà agricola familiare ha inoltre avviato con successo la coltivazione dello zafferano.
Tra i punti di forza dell’area vi è la produzione di vini. Il microclima unico dei Colli Euganei, unito alla ricchezza minerale dei suoli vulcanici, regala vini di grande personalità. Dai vini più rappresentativi della DOC come il Serprino, il Colli Euganei Rosso e i bianchi a base di Moscato alla DOCG rappresentata dal Fior d’Arancio nelle sue versioni secco, spumante e passito, ogni vino racconta la storia di un territorio generoso e di vignaioli appassionati.
Punti di Interesse
La visita storico-culturale di Monselice parte da Piazza Mazzini, cuore della città, dove si affacciano il complesso del Museo San Paolo, il Palazzo della Loggetta e la Torre Civica, o Torre dell’Orologio.
Da qui inizia la suggestiva via del Santuario, che snodandosi lungo le pendici del Colle della Rocca, permette di ammirare un susseguirsi continuo di luoghi straordinari, nei quali è racchiusa l’essenza stessa delle vicende storiche della città . A breve distanza sorgono il Castello, fortezza altomedievale, ristrutturata ed ampliata tra il Duecento e il Quattrocento, Villa Nani con la scenografica scalinata contornata di statue, l’antica Pieve di Santa Giustina eretta alla metà del Duecento e, oltrepassata la Porta Romana o Porta Santa, il Santuario Giubilare delle Sette Chiese, percorso sacro realizzato nel Seicento. Punto d’arrivo della via sacra è l’oratorio di San Giorgio, la settima e ultima chiesa, custode dei corpi dei Santi Martiri. La salita termina con l’elegante Villa Duodo e la scenografica esedra di San Francesco.
Da non perdere inoltre le belle ville storiche che sorgono lungo il Canale Bisatto o nella campagna: Villa Pisani, Villa Emo e il Castello di Lispida. Non mancano le proposte per gli amanti della bicicletta o del trekking: la città è attraversata dall’anello ciclabile dei Colli Euganei e il Monte Ricco offre un sentiero ad anello in mezzo ai boschi con viste panoramiche a 360 gradi.