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    Arrivano le montagne, spazio alle scalatrici

    02/02/2024

    Anche il Giro d’Italia Women, come ogni grande corsa a tappe, avrà nelle montagne i giudici che determineranno la classifica finale. Lo spazio per le scalatrici e per le capitane della generale non mancherà di certo. Complessivamente tre frazioni (tutte sugli Appennini), di cui due con arrivo in salita. Occhi puntati quindi su terza, settima ed ottava tappa.

    Novità reggiana

    Il banco di prova iniziale per le scalatrici ci sarà martedì 9 luglio con la Sabbioneta-Toano di 111 chilometri, terza tappa del Giro d’Italia Women e primo arrivo in salita. Prima di giungere nel paese dell’appennino reggiano (ad 885 metri di altitudine), che rappresenta una novità assoluta per il grande ciclismo ed anche l’unico “gpm” di giornata, le atlete infatti non incontreranno altre difficoltà altimetriche.

    Si parte dalla pianura mantovana e dopo l’attraversamento del Po, si entra nella bassa della provincia di Reggio Emilia. Da lì rotta verso le dolci strade vallonate dell’entroterra, dove ad Albinea (poco dopo metà frazione) è posizionato lo sprint intermedio che potrebbe essere l’obiettivo di eventuali fuggitive. La strada inizierà a salire solo a Ponte Secchia, in prossimità del centesimo chilometro di gara. L’ascesa conclusiva si presenta regolare (11 chilometri al 6% di pendenza media con punte all’8%), ma potrebbe creare qualche problema se venisse affrontata con un piglio particolarmente aggressivo. I 1100 metri di dislivello, quasi tutti inseriti nel finale, serviranno soprattutto per scaldare i motori in vista delle giornate successive.

    Totem abruzzese

    Le difficoltà crescenti del Giro d’Italia Women toccheranno l’apice al penultimo giorno di gara con la settima tappa. La Lanciano-Blockhaus di 123 chilometri e 3600 metri di dislivello farà uscire allo scoperto le reali condizioni delle pretendenti alla Maglia Rosa finale. I primi 44 chilometri – senza pianura – serviranno principalmente per portare le atlete in località La Forchetta, da cui inizierà una sorta di tremendo anello attorno alla Maielletta, comprendente i due “gpm” di giornata, entrambi di prima categoria. Molto probabile che le varie leader mandino in avanscoperta le compagne più fidate con l’idea poi di ritrovarle come punto d’appoggio per un eventuale attacco decisivo.

    Il “tappone” abruzzese si deciderà sul Passo Lanciano e sul Blockhaus, quest’ultimo valido anche come “Cima Alfonsina Strada” in onore della pioniera del ciclismo femminile che corse addirittura il Giro d’Italia maschile nel 1924. Entrambe le salite si affronteranno dal versante di Manoppello (dove al secondo passaggio ci sarà anche un traguardo volante). La strada che porta a Passo Lanciano misura 12,4 chilometri all’8,3% con punte al 13%, mentre la seconda scalata, sempre sulla stessa strada, avrà altri 5,3 chilometri al 7% (per un totale 17,7) per chiudere in vetta al Blockhaus a quota 1680 metri.

    Tutto per tutto, ultima chiamata

    Se non fosse bastata la cavalcata del giorno prima a cristalizzare le posizioni della generale, domenica 14 luglio ci sarà l’ottava tappa per provare a capovolgere (o confermare) le sorti del Giro Women. La Pescara-L’Aquila di 109 chilometri propone tanta salita e due “gpm” ufficiali. Gli ultimi 2500 metri di dislivello dei quasi 12.000 in programma non prevedono pendenze dure, ma scalate lunghe. Così come ventiquattro ore prima, un ruolo importante lo rivestiranno anche le discese.

    Sin dal via si comincerà a salire in modo graduale raggiungendo Forca di Penne (918 metri, gpm di seconda categoria): 22,5 chilometri al 3,2% e punte all’8%. Il classico terreno per le fuggitive. Appena passato il cinquantesimo chilometro di gara, inizia l’ascesa a Castel del Monte (quota 1303 metri, “gpm” di prima categoria): altri 13,2 chilometri al 4,7%  con picchi sempre all’8%. Lo spazio per insistere nella propria azione non mancherà nei successivi “mangia e bevi”. A trenta dall’arrivo, lo sprint intermedio di Santo Stefano di Sessanio (a 1230 metri di altitudine) anticipa di pochissimo un ultimo scollinamento prima del finale con altri trampolini di lancio. Gli impegnativi strappi di Acquasanta (1,7 chilometri con punte al 9%, posto a quattro dal traguardo) e quello finale del centro de L’Aquila (1,1 chilometri al 7,5% medio e punte all’11%) saranno gli ultimi ostacoli da superare per conquistare la tappa e la classifica generale.

    Da seguire

    Le tappe di montagna del Giro d’Italia Women potrebbero avere una gara nella gara. Quella per il successo parziale e quella per la Maglia Rosa. Col passare dei giorni bisognerà fare i conti con le energie rimaste. Pertanto aspettando di conoscere le atlete al via, la pescarese Gaia Realini sembra essere il nome più indicato per questo tipo di tappe, se non altro perché gli ultimi due giorni correrà sulle salite di casa.

    Oltre alla classe 2001 della Lidl-Trek, nel 2023 seconda al UAE Tour, terza alla Vuelta, al Giro e al Tour de l’Avenir, anche la sua compagna e capitana Longo Borghini (due tappe e due podi alla Corsa Rosa) sarà davanti in queste frazioni, magari entrambe supportate da Spratt (una tappa e due terzi posti finali). Le altre possibili protagoniste italiane potrebbero essere Cavalli (seconda nel 2022), Magnaldi, Malcotti, Arzuffi e Barale. La pattuglia straniera invece può contare su più alternative. Se sarà presente, la dominatrice del 2023 Vollering partirebbe agguerrita sia per cercare la prima vittoria di tappa sia per migliorare il terzo posto finale del 2021. Le altre da tenere sotto osservazione per le frazioni di montagna e per la generale sarebbero Labous (una tappa nel 2022 e seconda l’anno scorso), Peperkamp, Ludwig, Muzic, Mavi Garcia (terza nel 2022), Niewiadoma, Bradbury, Bauernfiend, Niedermaier (a segno nel 2023), Moolman (una tappa e due volte sul podio), Fisher-Black (due volte maglia bianca), Van Empel, Ewers, Markus, Aalerud, Santesteban, Zigart, Manly, Henderson, Baril e Uijen. Anche se ancora non si conoscono i programmi stagionali delle varie atlete, sappiamo già che il Giro d’Italia Women 2024 sarà molto combattuto.

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