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L’evoluzione del Giro d’Italia Women

29/09/2023

Un prologo e otto tappe sia per la prima che per l’ultima edizione del Giro d’Italia femminile, ma nel mezzo il format della Corsa Rosa ha vissuto tante curiose variazioni.

Nel 1988 si parte con nove tappe totali con una media di 87 chilometri al giorno, col massimo di 136 percorsi nella sola seconda frazione. Dodici mesi dopo la corsa si posiziona tra fine giugno e metà luglio (periodo che verrà mantenuto fino ad oggi), la media giornaliera scende ancora (74 chilometri per tappa) e viene inserito il giorno di riposo per consentire alla carovana di spostarsi dal Lazio alla Calabria tra la quarta e la quinta tappa. Nel 1990 resta il giorno di riposo a metà gara ma si corrono in media solo 65 km al giorno con tutte le tappe sotto la tripla cifra. Dopo la sosta di due anni, si riprende nel 1993 dove si disputano 8 frazioni in sette giorni. Compaiono infatti per la prima volta le cosiddette semi-tappe, una moda di quel periodo e che saranno un “must” del Giro femminile per tanti anni. Stesso programma l’anno successivo con l’aggiunta del tradizionale prologo iniziale, mentre nel 1995 la Corsa Rosa presenta la doppia cifra per le tappe. Prologo, dieci frazioni e riposo spalmati su dodici giorni. Un giorno extra di gara nel 1996 dove si corrono tredici tappe e dove per la prima volta il percorso supera i mille di chilometri (1177,3).

Col passare del tempo il Giro femminile guadagna prestigio e gli addetti ai lavori lo considerano una versione quasi uguale a quello maschile. Nel triennio 1997-99 si organizzano dodici giorni di gara (senza riposo) ma è nel 2000 che si disputa l’edizione più articolata ed intensa. In quattordici giorni non manca praticamente nulla: prologo a squadre, 15 tappe (di cui ben 6 semi-tappe), riposo (al quinto giorno) per una media di 80 chilometri per frazione. Non è da meno il menù del 2001 dove i giorni di gara salgono addirittura a quindici (15 tappe e riposo) e i chilometri arrivano fino a 1440 per quella che sarà l’edizione più lunga.

Dal 2002 c’è una netta inversione di tendenza che riporta la Corsa Rosa ad assumere un format di 9/10 giorni (senza riposi) che la accompagnerà fino al 2023. Per sette anni il chilometraggio totale sarà sempre sotto i 900 chilometri, con una media giornaliera massima di circa 100 toccata nel 2007. Quell’anno si disputa anche la Riese Pio X-Pontecchio Polesine di 168 chilometri, tuttora la frazione più lunga della storia. Il chilometraggio complessivo della gara sale gradualmente mentre dal 2017 per 5 edizioni il Giro femminile viene aperto da una cronosquadre. Nel 2020, a causa del covid-19, la gara si disputa a metà settembre. Nelle ultime due edizioni ricompare il giorno di riposo per consentire i trasferimenti da e per la Sardegna. E proprio nel 2023, per effetto dell’annullamento del prologo per le estreme condizioni atmosferiche, si corrono solo tappe in linea, facendo così registrare la media giornaliera più alta della storia con 115 km per tappa.

Sono stati tanti i cambiamenti che hanno riguardato il ciclismo femminile ed in particolare la gara italiana ma la costante nel corso del tempo è il grande appeal che ha mantenuto la Corsa Rosa nel panorama del World Tour. Dal 2024 il nuovo Giro d’Italia Women saprà prolungare e migliorare questo trend.

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